Il Messaggiero Italiano (Galveston, Tex.), Vol. 1, No. 3, Ed. 1 Saturday, September 22, 1906 Page: 3 of 4
four pages : ill. ; page 24 x 18 in. Digitized from 35 mm. microfilm.View a full description of this newspaper.
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A
IL MEDAGLIONE
3-J°AiO :::
(Continuazione e fine)
Avevo sperato dl rassegiiarml: va-
na gperanza! Quell'lmmagine, ormal,
ml él era conflccata nel cervello; la
Bentjlvo 10 me, vlvsre, ogltarvl, par-
lare, rummentarml 11 pnusato « 1'
amor nostro, e tenUerml le braccla
chlamandoml. I)lo! Quella voco,
quella voce lontaua lontana, linp'o-
raute neU'ombra, che ra'lnvocava
quella voce, ta voce che rlseal Ivo.cqo
tutte le sue not." vlbraztuul, e che rl-
peteva, ora, plangendo: "Balvand
aalvaml da lui! "
Lui! Ed i cco che, quasi un lmprov-
tIbo lamposquarclusse le tonebre an
cora addenaate ln un eantucclo délia
mla memorla, lo rlvedevo "11 neml-
co"; l'uorno odlato, 11 marito dl let I
Come, come avevo potuto dlnientl
carlo? Eccolo, adeaao, dlnanzt a nie,
un po' curvo,con un ghlgno beffard*
Bulle labbra vlzio e due aciallie pupil-
le verd astre...
"Salvaml da lui!" Ma ln chemodo?
(.'on quall mezzl?
Oh, slgnore, quai notte trenienda,
quale suppllilo Indlclblle!
I progettl plû Htrnnl, plû Ineenaatl,
plû asaurdl ml pasuarono per la men-
te durante lagloruata che segul: non
ao Be peneassl a pigliare del clbo: rl-
cordo solo che vuotal parecchl blc-
chlerl dl blrra percalmare l'araura
clie ml tonnentava-
...Coine ml troval, la sera a tarda
ora, In casa dl Orlellano Huiler?
Evldenteraente, ho dovuto plcchla-
re all'uaclo; ml pare, auche, dl aver
dotto al vecchlo che volevo (argll
esamlnnreiin codlce del deelmo(|unrto
secolo, un plccolo codice manoacrltto
lu pergamena, con allumiuature, che
poasedevb da quulche anno.
Avevo penaato a tutto «inello che
dovevcf (arc.' Avevè preiuedltato la
cosa? Kd egll non sospettô nulla?
Von lo ao. Certo 11 vecchlo si avvl-
clnô.col suo pasao un po' straaclcato
alla scrlvanla e cercô gll occhlall.
Alla lamma (lella candela, qualche
cosa, aulla scrlvanla, lanipegglô.
Ouardal: era un pugnaletto medio
vale, uno dl quelll acutl pugnalettl a
croce che si chlainavano mlserleordle
11 vecchlo doveva averlo acqulstato
quel giorno stesso; lo stava esaml-
nando, forsc, quaudo avevo plcclila-
to all'uaclo.
Lo Bguardo mi corse, involon tarla-
monte, al cassettone rococfl, c.ho era
dl fronte al vecchlo ; Il tlretto, quel
tlretto, era socchluso
II sangue, n.lora ml dUde un tuffo;
daquel tlretto la voce, la doloroaa
voce Implorante,venue (uorl,insUten-
te, come nella notte: ".Salvaml, aal-
vaml da lui!...
Crlstlano Halkr al volae a me.
—11 coilje?—
—Eccolo — (lllelo porsl. In quel
momento le pupille verdaat.re dl lui
ml fiasarono. Trasalll.... Non era-
uo gll occhl del "nemlco", gll occhl
«1 rivale geloso ed odlato, quelle
-<albe pupille che ml guardavano?
"Salvaml, salvaml da lui!..." La
voce plangeva, con un gemlto flovole
senza posa.
A un trntto, la lama del pugnalet-
to lampeggiava.
E d'improvviso. inentre Crlstlano
Haller si curvava aul codlce. oaser-
vando con profonda attenzlonedl co-
noBCltore I caratteri gotlcl e le alln-
mlnatnre, tecl un pasao verao lu acri-
vauia, stesl la mano, pol la solle-
val...
Dn colpo. Il pugnaletto entrô flno
all'elsa fra le spalle del vecchlo, e vi
rluiase confitto.
Ed egll non grldô. Sclvolô a terra
senza (ar rumore.con le manl aggrap
pate agll orll délia scrlvanla.
Senza perder la testa,calmo.Blcuro,
ml avviclnal al tlretto, lo aperal e vl
cacclal la mano : 11 medagllone era
là. Con quale voluttâ lo Btrlnal al
petto 1
Pol ml rlvolal. Il recchlo non al
vedeva; eracaduto dletro 11 tuvoio,
e le epalle erarg.-fttfw, 4ppOK#ate
alla vlclna poltron*. Ma Bull'orlo
del tavolo si vedeva una mano, av-
vlnghlata: una mano scarua, lauta-
Btica, tutta nodl aile glunture, dalle
nere dlta contorte. Non so che cosa
avrel (atto perché quella mano fosie
■parita. Ml pareva-che, dl quelmor-
to, csaa eola, (osee-'iôiiiivvWuta,
stesse In agguato, Ifi, all'orlo dl quel
tavolo
(iercal allora coll'occhlo qualche
cosa— un bastone, per eaemplo—che
ml alutaase a buttarla glû, senza toc
caria, e depoel sulla scrlvanla il me-
dagllone.
Improvvlsamente — ecco, signore,
lacoia pauroaa, la c<|^W|¥Mll
che ml apparlva la pH&a Volta! - la
fiammella délia candela vaclllô, si
plegô da un lato e si Bpense, come se
uua bocca vl avesae solllato su. E
subito, dopo, nel slleuzio terrible, un
rumore secco, vlclulaalmo, Il rumore
dl una mano scarua che cammlnasie
sul legno, piano piano, ml fece traaa>
lire.
Con mJvImento latlntlvo, a tento
ni, ml précipitai buI medaglloue, lo
rltroval e lo cacclal in tUBca.
Il rumore al arrestô.
Come un pazzo ml slanclai verso I'
ueclo, lo apersl; e via per le seale, <11
coïëii_
NeU'ombra délia sera, per le siraile
oacure, ml pareva dl vedere una ma-
no ylgantescn, dalle dlta contorte
come le zampe dl un ragno mostriio-
ao, che ml Insegulsae, gnadugnando
terreoo
Dove abbla passata quella notte,
non so;suppougo dl aver vngato per
le vie, a rlBchlo di cadere fra le brac-
cla del quegturlnl dl ronda.
lntanto, a mlBUra che lu luce del
giorno venfva a sorridere Bulle cône,
un sentlniento nuovo Borgeva in me.
Non era rlmorao per quel cheuvevo
fatto, lo comprenderete agevoluicnle
algnore. l'ovevo farlo. l'ensuvo,
perô: *- Ho tl arrestano, te lo porte-
ranuo via — E questo peuslero
ml rodeva come 11 plû cocente degll
strazl.
Avevo una sorella maritata ln una
clttaduzza vlclna e da tanto tempo
le avevo promeaso una visita: vl un-
dal quella mattinu stesau e le chlesi
ospitalltâ per qualche notte. Né Ici
né 11 murlto sospettarouo dl cosa nl-
cuua; aoltauto ml trovarono useal
pallldo.
-Effetto delle prolungnte veglle;
leggo troppo — aplegal lo.
Che pace, In quella clttaduzza, e
come poco a poco la eerenitft delle
splrlto sarebbe tornataln ine, lonta-
no dal luogo ove la cosa terriblle era
avvenuta!
Lo credereste, slgnore'.' Quella not-
te dormli tranqulllnmente, come uu
blmbo che si ala stancato a correre.
H dormli unclie lu notte seguente.
La terzu notte... Ecco, ecco ancoru
una volta, slgnore, che lu cosa pau-
rosa, Imposslblie rlcomlnciava. Ave-
vo inesso 11 medagllone nel tlretto d'
uno ecrittolo, nella mla cainera.e ml
preparavo a metterml a letto, quun-
do la flanimeila délia candela ondeg-
glô, si plegô vtolentemente da un
lato, come investita da un sofflo, e
si «pense.
Ed ecco il rumore orrlblle, 11 rumo-
re secco e deciso delle dlta scarne d'
una mano che truscorrease piano sul-
lo scrittoio Essa t nii.i vu, com-
premlete, slgnore! Essa ml nveva ri-
trovato, e venlva h rlplgllar la sua
preda !
','on I capelll drlz/.atl dullo «paven-
toe le manl chenil trmnavnno, ac-
ceal uu flaininlfero, corsl al tlretto,
lo arersi. Il medagllone ern ancora
là! Lo gliermll, lo strlnsl e UBcil sul
ti'rrazzino, come ml trovavo, r. «tan-
do lit, al fresco délia notte, ma iilu-
mluato dalle stelle che nessuu soffio
puô spvguere, fiuo ull'allia.
Quel giorno stesso lui congedul du
mla sorella.
Da fdlora, slgnore, la caccla spie-
tata, raccapricciante, non lia avuto
piA sosta. Dovunque andassl, lu
quulunque asllo cercaaslrifuglo.dopo
una uotte o due, essa, la mano del
morto, ml rltrovava, venlva per rl-
ptgllnre II medagllone, e la bocca
ignota le preparava la complicité
delle tenebre. l'erclié é solo uelle
tenebre che esaa vlene, piano piano,
come una trnditrice. E<1 essa cono-
sce, o signore, il rlpoetigllo (love
nascondo 11 medaglloue, quel meda-
gllone che é inlo, aoltauto mlo, e che
neasuno deve vedere dove sla celato;
é per queato che non vogllo guardla-
nl, la notte. JShi non vuole intrus!,
la mla fauclulla dagll occhl azzurrl e
dal Borrluu strauo, ed lo gou geloso.
Nol due, Bull.
E l'ho naacosta dovuuque, per Bot-
trarla a quella mano Nel cassettl,
sotto I moblli, nelcantucci plfl aegre-
ti, perflno sotto 1 mattonl del pavl-
mento. Inutile! Inutile! Dopo una
notte o due, ecco, -, tradimento, il
soffio, ecco 11 rumore aecco, deciso,
delle dlta tremuutl sul cassettl, in
faccia aile Imposte, suU'ammatto-
nato Dovunque, slgnore !
E' per clô che una mattlna, smar-
rlto, ausante, peraegultato dal ne-
uilco Invlslblle, ml précipitai nell'uf-
flzlo dl pollzla e dlssl tutto, tutto.
Speravo che le sbarre délia prlgtonc
ml salvasBero? Puô darsl: ogul spe
ranza é gluatlflcata, quando al é sot-
to l'incubo dl una maledtzlone.
Stettl una eola notte ln prlglone ;
pol vernie un nuiglatrat? ad Interro
garml, zegulto, plû tariU, da un me-
dlco, e la aéra fui manduto qua. VI
aono da otto glornl, slgnore, ed essn
non é veuuta ancora. Il medagllone
é sempre con me ; ma questa volta é
lu luogo plû slcuro. H' qui. —
La voce si abbasad ancora dl un
tono, gll occhl guardurono ln glro e
le manl lebbrlll, flischludendo lleve-
uient« lu cumlcla, mostrarano un
sbttlie coVdoWhi^.dlrf quale peudeva
un oggetto che non glunal a discer-
ner '.
—E' qui, aul mlo petto. Vol Bolo
lo eupete; ma dl vol ml fldo. SIete
un uomo che ml comprende, l'unlco
che puû comprenderml, e mail terre te
la parola, se ml glurute dl non rive-
larlo. Oluratelol—
La voce gll flschld In gola'e le manl
ml etrlueero 11 polso. Ulural, uu po'
per egomento, un po' per tranqull-
larlo. In tondo, quel aegreto non ml
pareva purlcoloso per neaauno : ml
faceva tanta pletâ quell'lnfellce !
Il lajupo degll occhl al eatlnae, le
manl rlcnddero e poco dopo egll rl-
preee, con aniarezza.
—lissa non é venuta ancora. .Ma
verrfl, lo sento. Verrû. E questa
volta la lotta, sar/l tjrrlblle. Ed lo,
slgnore, non potrô afuggirle... Come,
eome lo potrel? —
—Qui —conclusl, per rasslcurarlo-
non nvete candele: e le lampadlne e
lettrlche non vl fnnno temere la coni-
pllcltâ. delle tenebre. E pol. se non vl
rltrovaese plû?—
Un lugubre aorriso gll achluse le
labbra eaangul, che la barbetta nera
e aparuta faceva seinbrarc assal plû
blunche; e crollfl 11 capo.
—Ml rltroverâ — disse.
Fu l'ultlmasua parola, ed uacil ad-
ilolorato da quello epettacolo.
Il cuetode, Impaaslblle, rlchiuse I'
usclo del "numéro 3."
—o—
Convlen dire che le vlcende délia
vlta facclano dlmentlcnre anclie le
scene plû Impreselonantl. Tre o quat
tro glorni dopo, la Hguru del povero
alluclnato comlnclavaglA a sbladlrai
niun mano nella mla memorla: anco-
ra poco, e avrel finlto per dlmentl-
curlo. Ma fu proprlo 11 qulnto gior-
no che, lu un glornale délia sera, una
striina, inuapettata notizla ml fece
sussuitarc. La notizla, terriblle nel-
la sua conclslonc, diceva:
"il nostro Manlcomio crimlnalu é
stato funestato da una tragedla spa-
ventosa e piena dl mlstero Inaleme.
Il guardlano del detenutl ln "eape-
rimputo", verao le tarde oredl ata-
notte ha lnteso un rantolo soffocato
purtlre da una delle quuttro celle del
corrldtilo. In due dl ease i detenutl
(lormlvano tranquillamente. Nella
terza, c'era bulo perfeito. Kgli glr<>
ta chlavetta délia lampudina, ma
luvano. Alla luce dl una candela,
allora, ha potuto scorgere il rlcovc-
rato del numéro 3, orrlbllmente cou-
torto, al plec'l 4el letto, che conaer-
va va le tracce dl un'ugonla dolorosls
aima. L'Infelice, come si é subito con-
statato, era morto da pochl Utanti
atrnngolato da un cordionclnoaggro
vlgllato strettamente. In nodl fanta-
atlcl, Intorno al suo collo. Pare che
da quel lacclo dovésse pendere un
medagllone, come abblamo appreso
dalla Dlrezlcne. Il medaglloue non
s'e' potuto trovare.
Quale ilramma strano el arfi evol-
to uelle tenebre? Neesuuo pottâ,
forse, snperlo mal. Come neseuno
potrâ dire per quale etrana colncl-
denza la lampadlna del numéro 3, al
sla. questa notte, fulmlnata".
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Torre, A. A. Fernandez. Il Messaggiero Italiano (Galveston, Tex.), Vol. 1, No. 3, Ed. 1 Saturday, September 22, 1906, newspaper, September 22, 1906; Galveston, Texas. (https://texashistory.unt.edu/ark:/67531/metapth398817/m1/3/: accessed May 3, 2024), University of North Texas Libraries, The Portal to Texas History, https://texashistory.unt.edu; crediting UT San Antonio Libraries Special Collections.